"IMMAGINARE" LA MUSICA



MARCO    BAJ

I POETI


Silvia Accorrà

Snapshot, dedicato a Marco Baj
Avrei voluto più tempo, più spazio e la stessa luce
Meno altezze e vertigini. Fermare all’infinito avrei voluto.
E credere che fosse per me il dispiegarsi
Di miracoli continui
Nelle grotte, sui treni
Non sapevo resistere e non l’ho voluto
E non ho mai rinunciato

Giuseppe Caracausi

dedicato a Marco Baj
Per non precipitare del tutto si aggregano come particelle
depositano bande, flocculi, scudi. Con fondamento,
e la testa a quello che il ferro sparendo lascia pensare.

Gilberto Isella

Otani, dedicato a Marco Baj
Il guerriero notturno
e le poche armi residue
strappate ai buchi del corpo,
i nervi avviluppati all'uovo
della memoria, il crescente
arabesco che sfida
la materia.
                Senza suono, travolta,
la materia è un tormento
per quelli là fuori, guerrieri
del giorno che hanno fatto
davvero la guerra e adorato
l'uovo vitale come  bomba
vaticinante. Blasonato
macello è il cielo
che vi si nasconde.

Maria Pia Quintavalla

La piscina, dedicato a Marco Baj
Nel brillio di fiction la piscina
disegna un trapezio minuscolo celeste
q u i   davanti al mare
che più dietro asseconda  gli   s o m i g l i a  
dietro al muro la copia,
ma non è più copia dal vero.
È rinato dietro la scaletta,
nascosto un trampolino e sotto si sommerge
nel sonno di barche docili che solcano 
per caso la tavola del mare
che s’allunga rende il mare un tema
un  rigo grigio.

La piscina giocattolo dormiente sta
alla madre dalle lunghe braccia,
designa un orlo sotto al monte
mentre il cielo ferma là calmo
nelle opache nubi che
                      d i s c e n d o n o
si addensano, lo sporcano
il vulcano.
Restano nubi aperte fulminate,
segnano di bagliori fantasmatici la volta
nel sentiero – movimento
 
si riabbracciano lontane madri                      
    alle madri, onde alle figlie.

 

 

 

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