PROFILO OPERE

Béla Bartók (1881-1945)

Prima Rapsodia per violoncello e pianoforte (1928) Milano, Palazzina Liberty, 26 ottobre 1996
La Prima Rapsodia per violino e pianoforte di Béla Bartók, dedicata al compatriota e celebre violinista Jozsef Szigeti, viene sottoposta nello stesso anno di composizione, il 1928, ad una rielaborazione per violino e orchestra, come pure ad una trascrizione per violoncello e pianoforte: è in quest'ultima versione che la Prima Rapsodia viene qui proposta. Scritta nel lasso di tempo fra il III e il IV quartetto, essa è suddivisa in due parti: la prima ha come sottotitolo "lass" in movimento Moderato, mentre la seconda parte, fluente e virtuosistica, è intitolata "friss". Ognuna di queste due parti è formalmente completa e pertanto l'esecuzione di una soltanto di esse è ammessa dall'autore, ma a nostro parere sconsigliabile vista la loro complementarità: la seconda parte difatti costituisce il pendant virtuosistico della prima.
Prima Parte
Una pesante scansione ritmica della mano sinistra caratterizza l'inizio pianistico della prima parte, mentre la destra   si sovrappone con accordi sincopati: il violoncello procede su una figurazione di quartine la cui prima nota puntata ne scandisce e caratterizza il ritmo. Il tono è di sol maggiore, ma un sol maggiore "lidio", con la caratteristica quarta eccedente (do diesis) tipica della sintassi bartokiana.
La sezione centrale (n.5) in sol minore è di impronta lirica, quasi cantabile, mentre la ripresa (n.12) è una variazione della prima sezione, stavolta sul do maggiore-minore "lidio", e di conseguenza con il fa diesis come tritono: il pianoforte abbandona   il suo ostinato ritmico e procede con brevi interventi a battute alterne. La Coda (n.14) in Piano (dolce)   unifica i principali incisi tematici delle due precedenti sezioni.
Seconda Parte
È l'elemento virtuosistico, attraverso una straordinaria inventiva ed elaborazione ritmico-tematica, a caratterizzare la seconda parte della Rapsodia. Arduo banco di prova per il solista, che dal tranquillo movimento iniziale di quartine (Allegretto moderato) è trascinato in un vortice di note rapide legate o balzate, con un susseguirsi   di   trilli, doppie corde, rapidi armonici. L'abilità del pianista non deve né può essere da meno , dovendo   il pianoforte   seguire il violoncello in un succedersi senza tregua di accelerando, ritardando, tempi veloci e moderati: un'agogica sempre varia e cangiante, peculiarità della   musica ungherese e slava, di cui Bartók ci dà qui una prova esaltante.


 

 
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