PROFILO COMPOSITORI, AUTORI

Oliver Knussen (Glasgow 1952) vai agli altri compositori

Oliver Knussen nato a Glasgow nel 1952, ha studiato composizione con J. Lambert e in seguito a Tanglewood e Boston con G. Schuller. Durante il periodo trascorso negli USA ha composto una serie di musiche da camera che sono entrate a far parte del repertorio di ensembles di tutto il mondo. Rientrato in Inghilterra nel 1975 ha scritto molti lavori, tra i quali Trumpets (1975), Triptych (Autumnal, Cantata, Sonya's Lullaby 1975/77) e la Terza Sinfonia : quest'ultimo lavoro, eseguito con grande successo per la prima volta nel 1979, ha avuto innumerevoli repliche in Europa e America sotto la direzione, fra gli altri, di V. Ashkenazy, A. Davis, A. Previn, J. Pritchard ecc.
Svolge anche un'intensa attività di direttore d'orchestra ed ha guidato formazioni quali la New York Philarmonic, la Boston Symphony Orchestra, la Los Angeles Philarmonic negli USA mentre in Europa ha diretto gli ensembles Asko e Schoenberg   e la Bayerisches Rundfunk Symphony Orchestra; con la London Sinfonietta è stato un tournée nell'Unione Sovietica e gran parte d'Europa.
Nel 1983 è stato Direttore Artistico dell'Aldeburgh Festival e dal 1986 ha diretto Contemporary Music Activities a Tanglewood.
Sue recenti opere sono Whitman Settings per voce e piano o voce e orchestra   e Songs without Voices per la Chamber Music Society del Lincoln Center.


Sonya's Lullaby op. 16;
Variations op. 24:
opere eseguite a Milano alla Palazzina Liberty il 3 novembre 1994

Sono due brani distanti nel tempo ma accomunati da una identica scelta formale, la variazione, che di fatto diverge però in due tipi differenti di scrittura pianistica: di tipo più intimistico per Sonya's Lullaby e di tipo virtuosistico per le Variations dedicate a Peter Serkin.

Sonya's Lullaby (1978) è praticamente una serie di variazioni basata sulla sequenza di tre accordi iniziali, sviluppata su un cullante ritmo ostinato che giustifica il titolo, con un calcolato percorso   che dal pia-nissimo iniziale porta, attraverso una intensificazione dinamica e agogica, fino a un punto culminante (verso la metà del brano) per poi concludere, con una progressiva distensione, nel pianissimo finale.

Le Variations op. 24 (1989) hanno come punto di partenza le prime undici battute: ogni singola variazio-ne è caratterizzata da una peculiare riscrittura del materiale che viene sottoposto a trasformazioni che lo rendono sempre più irriconoscibile per giungere, alla XII e ultima sezione, a essere presentato in una strut-tura di intervalli consonanti di ottava, terza e sesta e in un clima di totale eufonia. (Alberto Malazzi)

 

 
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