PROFILO COMPOSITORI, AUTORI

Igor Stravinskij (1882 - 1971) vai agli altri compositori

Igor Strawinski (Oranienbaum, Pietroburgo 1882 - New York 1971)

Concerto per due pianoforti soli; opera eseguita a Milano alla Palazzina Liberty il 20 ottobre 1994

Strawinski compose questo Concerto nel 1934-35 in un periodo di grande fervore creativo (per ricordare solo i titoli più importanti, l'opera Persephone e il Divertimento   per orchestra sono dell'anno precedente, mentre di quelli immediatamente   successivi sono il balletto   Jeux de cartes e il Concerto in mi bemolle "Dumbarton Oaks" per fiati). Esso è dunque situato nella fase centrale del suo cosiddetto secondo stile, quello "Neoclassico", che si colloca nel periodo compreso tra il balletto Pulcinella del 1919 e l'opera The Rake's progress del 1951.
Peculiare di questo Concerto - per dirla con G. Vinay, autore di un consigliabile volume sulla fase neoclassica del grande musicista russo - "è il fatto di essere uno dei lavori di Strawinski in cui l'elaborazione tematica è particolarmente rigorosa, anche se in superficie appare come la quintessenza del pianismo brillante in cui le qualità percussive dello strumento a tastiera sono esaltate al massimo grado: note ribattute, accordi ripercossi, rapide scale si intrecciano e si rispondono fra i due pianoforti che man-tengono la materia sonora ad uno stato incandescente con un serratissimo gioco concertante". Nei Dialoghi con Craft, del resto, lo stesso musicista confidò di essersi immerso nelle variazioni di Brahms e di Beethoven e nelle fughe di quest'ultimo prima di accingersi alla composizione di questo pezzo. Dai due   compositori, Strawinski ha certamente tratto in questo lavoro la concisione, il gusto rigoroso per l'elabo-razione tematica, l'integrazione fra i movimenti, benché l'ordito sonoro resti di marca inconfondibilmente strawinskiana, in ragione essenzialmente di due motivi: che il materiale è di matrice scalare, e non tonale, e che i principi di sviluppo che Strawinski persegue e realizza nel Concerto sono di natura essenzialmente ritmica piuttosto che tematico-motivica: permutazioni, scambi, espansioni e rotazioni di cellule elementari impercettibili, trasformazioni ritmiche del tema che non ne modificano il disegno originale.
Dal punto di vista formale il Concerto è così suddiviso: ad un primo movimento in tempo "con moto", in forma sonata con un primo tema netto, breve, dal profilo ben ritmato ed un secondo più disteso con ampio sviluppo centrale, segue un Notturno, in tempo "adagietto". Qui prevale un lirismo con abbondante ornamentazione, a dispetto di una armonia estremamente complessa impiantata sul tetracordo esposto nel movimento precedente. Il terzo movimento è costituito da quattro variazioni di tipo ornamentale sul materiale del primo movimento. Il quarto movimento presenta infine un breve preludio in tempo "lento" ed una fuga rigorosa a quattro voci in tempo poco più mosso del preludio. Nella coda il soggetto della fuga appare in forma inversa, secondo lo stesso procedimento adottato da Beethoven nella fuga della Sonata per pianoforte op. 110. (Enrico Girardi)

Concerto for Piano and Wind Instruments (1923-24) opera eseguita a milano il 5 dicembre 1996 alla Palazzina Liberty
La frequentazione degli stili storici in Stravinskij spesso conferisce una fragranza “teatrale” alla sua musica, anche quando essa non è propriamente intesa per il teatro. Sovente le sue composizioni suggeriscono un dramma di uomini-marionette su diversi livelli, drasticamente e asentimentalmente manipolati nella loro esistenza da parte di una forza superiore. Un’interpretazione di questo tipo è suggerita dal sottile, meccanico dinamismo della sua musica, non ultima quella neoclassica del periodo tra le due guerre. Il Concerto per pianoforte e strumenti a fiato, scritto nel 1923-24, è un brillante esempio di questa “commedia neoclassica”, pensato come un supremo dialogo senza abbellimenti tra parti che professano di essere sobrie e obiettive, con molte parole e frasi suggerite da J. S. Bach. Ma questa è anche musica molto “suonabile”, piena di emozioni e gioviale, che scivola sia nell’elaborato sia nel grottesco (per esempio nel lugubre passaggio dei fagotti, con lo staccato del controfagotto e dei contrabbassi nel secondo movimento). È come se ci fosse una certa affinità tra l’impettita vanità dei movimenti esterni e le scene dei contemporanei film di Charlie Chaplin... Stravinskij aveva comunque chiaro ciò che fosse in realtà la banda, non più intesa come grottesca imitazione dell’orchestra, ma nobilitata in senso sinfonico già dai tempi di Ragtime e della Sinfonia di Fiati (1920). Egli compose questo Concerto per uso personale, quando decise di far del pianoforte la propria carriera. La prima esecuzione, diretta da S. Kusevitzkij, ebbe luogo all'Opera di Parigi nel maggio 1924.

Ave Maria, Pater, Credo (1934,1926,1932): opera eseguita al Teatro Litta il 29 novembre 1998
Si tratta di tre composizioni per cori misti destinate alla liturgia ortodossa. La scrittura è omofonica e, a parte forse l’Ave Maria, contrassegnata da una certa morbidezza melodica, il carattere dominante è quello di una gravità quasi monastica: soprattutto il Pater, di fatto il primo lavoro sacro di Stravinskij dopo il suo ritorno alla religione. Nel Credo, infine, l’andamento salmodico richiama quello dei canti ortodossi tradizionali. (Ettore Napoli)

 

 
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