PROFILO COMPOSITORI, AUTORI

Olaf Fartein Valen (Stavanger, 1887/ Haugesund, 1952) vai agli altri compositori

2 Liriche di Mignon op. 7 (Heiß mich nicht reden, So laßt mich scheinen), per soprano e pianoforte; opere eseguite a Milano alla Palazzina Liberty il 16 novembre 1995

Norvegese, figlio di un missionario protestante, trascorse l'infanzia, dai 2 ai 6 anni, nel Madagascar. Tornato nella città natale, dal 1906 si trasferì a Oslo dove, parallelamente agli studi di filologia, avviati presso l'università, iniziò anche gli studi musicali con Elling, proseguendoli al conservatorio della stessa città e diplomandosi in organo nel 1909 (di quegli anni è anche la prima composizione, la Leggenda op. 1 per pianoforte del 1907). Si perfezionò poi alla Hochschule di Berlino sotto la guida di M. Bruch e K. L. Wolf, tra il 1909 e il 1911 ma, insoddisfatto dell'insegnamento di stampo conservatore che gli veniva impartito, proseguì gli studi da autodidatta. Tornato in patria nel 1916, si fece notare, negli anni seguenti, come compositore, proseguendo proprie ricerche verso un sistema atonale. Dal 1927 al 1936 fu incaricato ispettore della sezione musicale alla Biblioteca Universitaria di Oslo, attività svolta parallelamente a quella di insegnante. Durante gli anni '30, con il crescere in Norvegia di un sentimento nazionalista sia in politica sia in arte e con l'allinearsi ad esso di molti compositori norvegesi, Valen, con il suo stile e la sua cultura più internazionali, nella capitale si sentì ancora più alienato: ciò lo portò, nel 1939, a ritirarsi a Valevåg dove si dedicò esclusivamente alla composizione. Nei suoi ultimi anni ebbe fama crescente tanto che nel 1949 e nel 1952 vennero fondate due "Società Valen", rispettivamente a Oslo e a Londra.
Valen è il primo musicista a introdurre l'atonalità in Norvegia. Solo nei primi tre numeri d'opera egli si mostra legato al linguaggio del tardo romanticismo: fortemente attratto dalla polifonia di Palestrina e di Bach egli acquisisce una formidabile conoscenza della tecnica contrappuntistica. Il passo successivo, vista la crescente insoddisfazione per le funzioni armoniche tradizionali, sono gli assidui esercizi di contrappunto basati su dissonanze e aventi i 12 suoni della scala cromatica come punto di partenza tematico. Queste ricerche vengono condotte già prima del 1920, data che coincide con la conoscenza della tecnica dodecafonica schoenberghiana. Tale conoscenza convince Valen della bontà delle proprie esperienze, benché consideri la applicazione rigorosa della tecnica seriale di difficile combinazione con la sua polifonia dissonante, con la necessità di ripetere le frasi e di basare la costruzione musicale sulla variazione interna di cellule tematiche che vengono deformate, invertite, frammentate. Lo stile maturo di Valen è contrassegnato dalla presenza di un intreccio polifonico nel quale le linee tendono ad incontrarsi in dissonanze, evitando centri tonali, cadenze o ogni altro residuo della tonalità tradizionale. Al loro posto usa temi e/o singoli suoni come elementi accentratori. Nessi tonali e costruzione armonica sono sostituiti da trattamento motivico e manipolazione contrappuntistica (inversioni, aumentazioni, ecc.) aiutati da effetti ritmici e dinamici. Formalmente Valen segue la Seconda Scuola di Vienna nell'adattare modelli formali tradizionali alle proprie esigenze compositive.

Le 2 Liriche di Mignon op. 7 (Heiß mich nicht reden, So laßt mich scheinen), composte tra il 1920 e il 1927, sono originariamente concepite per voce e orchestra.

 

 

 


 

 
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