PROFILO OPERE

Nuove musiche per strumenti a percussione

sabato 10 settembre 2005, ore 16,30

Comune di Ameno, Fondazione Calderara, Regione Piemonte,
in collaborazione con Novurgìa ("arte e musica colta contemporanea")
e la Società Italiana di Musica Contemporanea (SIMC)
Spazio verde della Fondazione Calderara, Vacciago di Ameno
(lago d'Orta)

lunedì 12 settembre 2005, ore 21,00

Comune di Bergamo - Associazione Musica Aperta
in collaborazione con Novurgìa ("arte e musica colta contemporanea")
e la Società Italiana di Musica Contemporanea (SIMC)
Chiostro del Seminarino di Bergamo Alta

Musiche per strumenti a percussione
solista: Riccardo Balbinutti

PROGRAMMA
(in ordine alfabetico)

D. Anzaghi: Variazioni per vibrafono e percussioni a suono indeterminato, I esecuzione assoluta.
M. Bortolotti: Cinque Improvvisi Lirici per percussione, I esecuzione assoluta.
P. Cattaneo: Echi (d'echi) per percussioni varie.
G. Colardo: Espressivo per percussioni a suono indeterminato e tubo sonoro
G. V. Cresta: Ora l'alba è vicina per marimba sola, I esecuzione assoluta.
F. Delli Pizzi: Mana per marimba sola, I esecuzione assoluta.
F. Rzewski   To the earth per recitante e percussioni .
I. Xenakis: Rebonds b per strumenti a membrana e wood blocks.
B. Zanolini: Melàfiri per marimba, 3 tom, 3 piatti, I esecuzione assoluta.

Presentazione

Un concerto di sole musiche originali per strumenti a percussione sarebbe stato inimmaginabile nell'Ottocento, anche inoltrato. È infatti il Novecento a scoprire o riscoprire la percussione, destinandole una imprevedibile e primaria fisionomia. Sensibile come non mai alle sollecitazioni ritmiche e dunque agli strumenti che a quelle sollecitazioni meglio corrispondono, la percussione novecentesca accolse gioiosamente la presenza di strumenti provenienti da tradizioni esotiche o primitive: da Giava, dal Giappone, dall'Africa, dall'Oriente e da ogni landa che uno strumento percussivo avesse escogitato e coltivato. Il secolo scorso fece di più: trasformò il pianoforte, che l'Ottocento predilesse nei ruoli solistici e cameristici, in uno strumento percussivo all'interno dell'orchestra novecentesca e ideò innovative composizioni per sola percussione. Petrouschka di I. Stravinskij, Ionisation di E. Varese, la Sonata per 2 pianoforti e perccusione di B. Bartók sono esempi dell'avvenuta metamorfosi. Il jazz concorse più di ogni altro genere musicale a inventare spregiudicate soluzioni percussive distanti dall'uso retorico e ottocentesco esemplificato dal 'colpo di piatti volanti', in coincidenza del climax, o coloristico nell'Impressionismo musicale. I brani per percussione divennero, nell'evolvere del Novecento, impegno abituale per i compositori. Nel catalogo di questi ultimi raramente difettano le composizioni per percussione o per ensemble strumentali comprendenti la percussione.

Il concerto odierno conferma la tendenza sopra additata. Gli autori invitati scrivono, sotto, parole intorno alle loro composizioni, alcune delle quali sono qui eseguite in prima assoluta. Ordinati alfabeticamente, i compositori svelano le loro inclinazioni. Non autografe sono soltanto le presentazioni di F. Rzewski   (To the earth) e di I. Xenakis (Rebonds b).

 

D. Anzaghi: Variazioni
"Come proclama il titolo, la composizione allude a un'antica pratica, quale è quella della Variazione, così colma di secolari e magistrali esiti da indurre ritrosia in chi pretendesse con quegli esiti misurarsi. Se gli sgomentevoli capolavori sconsiglierebbero l'incauto autore dall'ispirarvisi, la tecnica della Variazione è talmente introiettata da ogni compositore che non è dato ad essa sottrarsi, titubanza permettendo. Dall'antica prassi Variazioni differisce però anche per il 'tema' che è già una 'variazione', essendo costituito e da una primigenia Serie pitagorico-seriale e dalla sua reiterazione, variata secondo le tecniche 'a specchio'. Esposto lo psudo-tema, arcanamente pausato da tamtam e gran cassa, seguono quattro Variazioni,   di concezione non ortodossa e in progressiva accelerazione e concitazione. Di ragguardevole impegno esecutivo. Variazioni è dedicato a R. Balbinutti."

M. Bortolotti: Cinque Improvvisi Lirici
"Con gli Improvvisi, ancora freschi di inchiostro, intendo non solo ravvivare il mio interesse di sempre per le percussioni, ma soprattutto portare avanti la sperimentazione su uno strumento dalle possibilità infinite, entro l'incessante lavoro di ampliamento degli oggetti sonori offerti alle percussioni dalle civiltà più remote e diverse. Lo sforzo di scavo sulla timbrica si deve intendere come ricerca non solo di varietà ma anche di estrema verità. Ricerca dello spirito, che vuole evitare ogni caduta nella retorica, e che per tale via insiste su timbri o su ritmi affini, però svolti sino ai loro limiti estremi, e, ancora, sulla contrapposizione di suono e silenzio: quest'ultimo assunto come elemento evocativo, interrogativo dell'anima insoddisfatta e irrequieta, o come lacerazione dello spirito."

P. Cattaneo: Echi (d'echi)
"Come i più recenti lavori, Echi (d'echi) per marimba, vibrafono, toms e grancassa,  presenta situazioni armoniche consonanti e combinazioni timbriche eufoniche unite a una ricerca strumentale memore della sperimentazione del recente passato. La trama del breve pezzo, sottintesa e celata, oppure emergente a tratti come in lontananza, si basa su alcuni canti popolari della bergamasca (gli echi del titolo), inavvertibili in quanto tali e, comunque, anche quando divengono per brevissimi tratti vagamente percepibili, da intendersi come flusso indistinto di memoria."

G. Colardo: Espressivo
"Ho utilizzato solo percussioni a suono indeterminato ad esclusione del tubo sonoro (flessibile di plastica) che può produrre, se roteato, alcuni armonici. Nell'uso dei membranofoni ho sfruttato alcune particolarità timbriche legate alle diverse aree di percussione delle pelli, in modo da ottenere una maggiore   varietà di sfumature chiaroscurali.  
Il brano si apre con una situazione molto determinata affidata solo ai toms ed ai bongos a cui si aggiungono i temple-blocks e, in seguito, i piatti. Le figure musicali di questa prima parte, piuttosto semplici, tendono a sfruttare alcune iterazioni ritmico-timbriche, allo scopo di rendere più percepibile il decorso musicale. La composizione tende, a poco a poco, ad una rarefazione, per giungere a zone in cui, annullata ormai ogni percezione di tactus, in un'atmosfera onirica, la ricerca timbrica, incentrata soprattutto sugli idiofoni, ha il sopravvento."

G. V. Cresta: Ora l'alba è vicina
"L'approssimarsi dell'alba vuol dire cogliere l'avvento della luce nella fase nascente. E così in questo breve lavoro, l'obiettivo è stato quello di focalizzare l'attenzione sul suono nel momento del suo 'insorgere', quando, lentamente, da vibrazione indistinta diviene in evento definito e organizzato. Qui, il rapporto tra l'essere del suono ed il suo divenire e cioè il tempo, determina la struttura, la forma, la dinamica."

F. Delli Pizzi: Mana.
"Mana vuole essere l'immagine musicale simbolica di quella che per le popolazioni della Melanesia e della Polinesia è una misteriosa forza che pervade tanto individui quanto oggetti ai quali si riconoscono abilità o struttura straordinarie. Ciò che è dinamico, attivo, creatore, di non comune conformazione è dotato di mana. Il brano mira così a rimodellare costantemente, più che il fulmineo materiale melodico di cui è costituito, l'evoluzione delle tensioni che il melos genera espandendosi."

F. Rzewski   To the earth
Il compositore e pianista americano F. Rzewski è nato in Massachusetts nel 1938. La sua poetica mostra talune affinità con quella di J. Cage e non è estranea all'impegno politico e al misticismo ecologico, due istanze generalmente divaricate. Nel suo brano l'esecutore deve recitare l'inno omerico A Gaia , seguendo una struttura ritmica accuratamente notata e mentre suona quattro vasi da fiori di terracotta. Un'aura di arcaica e pagana religiosità pervade la composizione.

I. Xenakis: Rebonds b
I. Xenakis, autore greco naturalizzato francese, perviene talvolta e inaspettatamente a risultati naturalistici con mezzi informatici che a quei risultati parrebbero estranei. Composto tra il 1987 e il 1989, Rebonds b utilizza un set misto di strumenti a membrana e wood blocks. Un aggressivo ostinato ritmico, interpolato da violenti accenti, viene via via interrotto da veloci figurazioni eseguite sui wood blocks, fino al progressivo disfacimento in forti rulli. Nella coda finale un'ulteriore linea sui wood blocks è progressivamente sovrapposta all'ostinato iniziale, in un contrappunto che evolverà nell'esasperazione sonora delle ultime misure.

B. Zanolini: Melàfiri
"Nei presupposti di un circolo virtuoso - ritmicamente oscillante fra suggerimenti di libera interpretazione e indicazioni rigorosamente vincolanti - si muove il percorso di questa breve composizione, che ruota circolarmente dall'una all'altra delle tre realtà strumentali. Nelle pieghe dei fattori ritmico e timbrico si insinuano poi i dati melodici (i melàfiri , scure infiltrazioni laviche presenti nella dolomia) che, sfruttando anche una doppia lettura rovesciata sul rigo,   reclamano il loro spazio, mai accettando di essere trascurati."

(Davide Anzaghi)


le prove di un concerto allo Spazio Verde

 

 

 

 


 
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